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giovedì 16 settembre 2010

Da Venezia con rancore...


Ill.mo Gabriele Salvatores,
secondo Lei il cinema italiano avrebbe due padri, il neorealismo e la commedia all’italiana. Due padri decisamente ingombranti e che, conseguentemente, andrebbero “superati”, abbandonati, per crescere e maturare.
Bene: non vorrei sembrarLe eccessivamente pignolo, ma se il neorealismo è sicuramente padre, “la” commedia all’italiana non può che essere madre. Una madre dai natali nobili, ma presto svendutasi
ora come commedia(ccia) sexy ora come commedia(ccia) barzellettiera. Una madre un po’ mignotta, insomma.
I figli della commedia all’italiana sarebbero, quindi, un po’ figli di mignotta (senza offesa)?
Le va riconosciuto di essere l’unico regista italiano che cerca di cambiare e cambiarsi ad ogni film
(sarà, forse, per far perdere le tracce del disdicevole “mestiere” materno che non si confa a chi aspira ad essere un autore?), ma questo, ad onor del vero, da Nirvana in poi ché, prima, Marrakech Express, Turné, ed il Mediterraneo che Le è valso l’Oscar, sono debitori dei geni materni. O no?
Il caso vuole che, mentre ferve questo dibattito, in uscita nelle sale il 17 settembre ci sia una pellicola intitolata Sharm El Sheik, diretto da Ugo Fabrizio Giordani (uno che in passato ha sfornato Teste di cocco e Troppo belli con Costantino Vitagliano, mica pizza e fichi), che, in conferenza stampa, non ha mancato di legare questo titolo alla grande tradizione della succitata commedia all’italiana con premesse drammatiche (pare ci sia anche un omaggio ad Una vita difficile di Dino Risi). E come la mettiamo coi cinepanettoni?
Per Monicelli l’ultima commedia all’italiana vista al cinema è Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio che, tuttavia, ha dinamiche produttive (low budget, attori non professionisti) prossime al neorealismo. Insomma da lì non si sfugge e, quindi, Lei, a quanto pare, avrebbe ragione.
Ma perché allora Mario Martone si è adirato. Perché non è elegante che si impartiscano lezioni tra colleghi? Voleva farlo?
E Gabriele Muccino, nel frattempo, taglia corto sulle polemiche suggerendo di fare (anch’egli impartisce lezioni?) come lui che, da figlio di dirigente RAI, non si è mai pianto addosso, ma ha cominciato a lavorare per Un posto al sole (in RAI) fino a raggiungere il successo hollywoodiano con un buon film, La ricerca della felicità, per il quale sostiene di aver avuto Ladri di biciclette come fonte di ispirazione (il neorealismo? Ancora? Anche lontando da casa? Allora non serve andare a vivere da soli?) ed un’immensa cagata quale Sette anime.
Alla fine l’unico che, a diritto, potrebbe impartire lezioni (il maestro Monicelli) si guarda bene dal farlo.
Del resto siamo un paese in cui i “bamboccioni” restano tali quasi per tutta la vita, perché al cinema, da un punto di vista stilistico, dovrebbe essere diverso?

mercoledì 15 settembre 2010

Cado dalle nubi

Uagliò, ecco l'uomo che salverà il cinema italiano dalla volgarità dei cinepanettoni di De Laurentiis. E' Checco Zalone. Cado dalle nubi è l'ironico ritratto di un sognatore meridionale che va al nord (ma magari ricominciasse da tre) per sfondare nel mondo dello spettacolo. Ma qui, come si conviene a quel laboratorio di bella satira di sinistra che è Zelig, le gag colpiscono nel segno. Il protagonista chiama ricchioni i gay (perchè è politicamente scorretto), piscia nell'ampolla con l'acqua del Po che i leghisti usano nelle loro paracerimonie (mica le gag sulla cacca dei vari De Sica/Boldi), usa la cocaina come calcestruzzo (maro' che risate!), pensa che la statuetta di Alberto da Giussano sia un Power Ranger (un capolavoro di scrittura). E poi volete mettere il grande compagno Marescotti piuttosto che quel traditore avido di Massimo Ghini?

Era ora...

  1. ... che anche il Critico Mascherato avesse un blog!
  2. ... che ci fosse qualcuno in giro con la viltà necessaria per mascherarsi e smascherare i grandi bluff del cinema!
  3. ... che il cinema italiano invisibile, quello dei finanziamenti ingiustificati e dei piaceri tra potenti, avesse uno spazio web sul quale continuare ad essere invisibile se non per essere sbeffeggiato!
  4. ... che la storia del cinema mondiale venisse indagata in tutti i suoi, anche più reconditi, meandri!
  5. ... che qualcuno dicesse finalmente che Kim Ki Duk, i film indipendenti del Sundance sulle famiglie di intellettuali in crisi ed i comizi di Citto Maselli hanno rotto le balle!
  6. ...che si mettessero alla berlina i critici che hanno inventato le espressioni: thriller dell'anima e horror dei sentimenti!
  7. ...che sul web ci fosse qualcuno disposto a non rivalutare qualsiasi ignominia prodotta in Italia nei '70 al grido di "il trash è sublime"!
  8. ... che ai cinepanettoni si desse il posto che meritano: l'ultimo!
  9. ... che lo stesso si facesse con film analoghi, ma protetti dai compagni!
  10. ...che il Critico Mascherato tornasse!